Nato a Bergamo (Italia), consegue la maturità scientifica presso il liceo E. Fermi di Catanzaro e la laurea magistrale in architettura presso l’IUAV di Venezia.
L’interesse per il disegno e la pittura si sviluppa precocemente.
Il bisogno iniziale di esternare le emozioni, elaborare i traumi e focalizzare l’impatto con la realtà circostante ben presto si evolve da svago a necessità, espressa attraverso un’attività quotidiana e appassionata, quasi febbrile.
Questa predisposizione viene notata sin da subito anche in ambito scolastico e comporta il coinvolgimento crescente nell’organizzazione di diverse iniziative pubbliche e private che ha accolto sempre con grande entusiasmo, soprattutto a favore di organizzazioni benefiche.
Gli strumenti messigli a disposizione per concretizzare i vari incarichi gli hanno dato modo di apprendere anche i rudimenti della stampa, dell’uso del ciclostile, dello sviluppo fotografico, dell’incisione su Adigraf, legno e rame.
L’incarico di rappresentare sul Fronte principale della chiesa cittadina una figura di 4 metri di altezza parte dall’intuizione di considerare la linea a tre dimensioni. Sarà realizzata semplicemente con cavi elettrici neri del diametro di circa 1cm. L‘intuizione sarà riutilizzata per disegni in filo di ferro verniciato, silicone e soprattutto resina innalzata dal piano in modo da produrre ombra sullo sfondo.
Il nero è un colore che ricorre spesso nella sua produzione artistica.
La tecnica prediletta durante tutto il periodo adolescenziale infatti è l’inchiostro di china e di seppia, stesi a pennino e pennello, con la quale produce i primi “accumuli dell’inconscio”, una massa di figure la cui interrelazione è determinata da una libera associazione di idee. Inizialmente scatenata dalla grande fascinazione nei confronti della tematica onirica rappresentata da Hieronymus Bosch, è sviluppata e assume la direzione di ritratto dei ricordi, una sorta di cristallizzazione il cui esito estetico non dipende dall’artista bensì dall’esternazione di reminiscenze del soggetto che “posa” e che si concretizza attraverso dei feticci. Il ritratto dei ricordi lo accompagnerà lungo tutto il periodo della sua attività artistica traducendosi in composizioni di oggetti eterogenei successivamente ricoperti da strati di bitume o di pece, tra i materiali maggiormente utilizzati dall’artista grazie alla loro proprietà di decomporre l’apparenza e la futilità da ogni superficie che ricopre.
Affascinato dalla bellezza delle decorazioni nei testi medioevali, per un lungo periodo si è perfezionato nell’arte della miniatura.
La proposta di restaurare una scultura di buona fattura in paglia, cartapesta e gesso policromo, una tecnica comune nell’ambito della rappresentazione sacra nel meridione d’Italia, gli ha permesso tra l’altro, non solo di apprendere l’arte dei calchi in gesso complessi, ma di considerare la possibilità di realizzare opere scultoree con le medesime caratteristiche di leggerezza e vivacità dei colori. Questa abilità acquisita gli permetterà tra l’altro di realizzare per scopi benefici una serie di bassorilievi in gesso patinati, e prototipi di vasellame da riprodurre con la tecnica della barbottina.
E qualche anno più tardi, riuscirà a mettere a punto una formula per realizzare l’impasto ideale per ottenere fogli grezzi per un prodotto finale leggero ma estremamente resistente e stabile nel tempo.
L’amore per la Grecia maturato durante gli studi universitari ha reso questo paese il luogo privilegiato in cui concentrare l’attività nell’ambito delle arti visive.
La proposta di lavorare in Teatro offertagli ad Atene in qualità di pittore di scena,
gli ha permesso di vivere un periodo formativo di un certo rilievo, durante il quale ha potuto collaborare con alcuni tra i più grandi scenografi e direttori della fotografia della Grecia di quell’epoca. Durante lo stesso periodo ha modo di apprendere l’arte dell’icona sacra, dallo stile dei soggetti alla preparazione dei colori, dal supporto ligneo alla doratura, rivisitandola in seguito utilizzando i rigidi canoni per tematiche provocatorie.
Torna in Italia per concentrarsi nell’ambito dell’architettura, tuttavia l’esperienza maturata in sede teatrale gli ha permesso di cogliere il potenziale comunicativo della messa in scena, concependo la possibilità di un rapporto più coinvolgente con lo spettatore attraverso l’ideazione di installazioni.
Conseguita l’abilitazione professionale, qualche anno più tardi decide di sospendere la collaborazione con uno studio di architettura a Venezia per concedersi un periodo sabbatico e accetta la proposta di affrescare una grande cupola a Salonicco in Grecia.
La realizzazione di un trompe-l’oeil su uno spazio curvo ha comportato calcoli e operazioni complesse per l’impianto scenografico, dall’impostazione dei disegni alla loro proiezione sulla superficie. Parallelamente, le dimensioni considerevoli e la presenza di oblò per l’illuminazione dell’ambiente (fortunatamente orientati su tre punti cardinali) hanno reso il lavoro più complesso.
Dal punto di vista stilistico l’approccio è stato quello di incrociare la rigorosità estetica dell’arte muraria bizantina, tanto rappresentativa quanto ancora vitale in questa nazione, con la vivacità cromatica e la prospettiva dell’arte rinascimentale. Il grande interesse per la simbologia è stato espresso con la realizzazione di un numero considerevole di figure anche criptiche sulle quali si radica l’intero impianto scenografico.
Durante il corso dei successivi anni ha avuto modo di farsi apprezzare attraverso la produzione di opere figurative, eseguite con tecniche classiche particolarmente complesse, come la pittura ad olio a velatura, senza mai sospendere la ricerca di una forma espressiva in grado di descrivere senza filtri la propria weltanschauung.
Gradualmente, da una parte si allontana dall’originario controllo sia del tratteggio che nell’uso del colore, dall’altra sviluppa molteplici approcci alternativi, fatti di sperimentazioni anche bizzarre, che lo portano a imboccare percorsi azzardati e persino contraddittori.
L’insoddisfazione è lo stimolo che gli permette di superare, attraverso studi, esercizi e prove, periodi faticosi e frustranti di crisi, dubbi e fallimenti che ogni artista conosce bene.
Al centro dell’interesse non è più la realtà circostante ma quella interiore - non intesa come personale - ma indirizzata ai meccanismi che accomunano l’essere umano durante tutto l’arco della sua vita: gli atti funzionali del pensare e del ricordare ma soprattutto le sue distorsioni, il sognare e il fantasticare. Al centro dell’interesse vi è ora la rappresentazione di tutti i sentimenti che implicano azioni non ponderate: la vocazione alla distruzione fine a se stessa, la stupidità, il desiderio frustrato, tutto ciò che è provvisorio vacuo o inutile, tutto ciò che è destinato a durare poco, fatuo, labile, senza equilibrio, fragile, deperibile, mutabile o incostante.
L’impegno dell’artista è quello di raccontare - il più obbiettivamente possibile in tutta la sua crudezza e considerando tutte le sue grottesche contraddizioni - la vita, il rapporto aggressivo e autodistruttivo dell’uomo con l’ambiente che lo circonda, non più giustificabile nell’era moderna con l’atavico istinto di sopravvivenza.
È il mito di Crono, ovvero la metafora del presente che divora “consapevolmente” i propri stessi figli, il proprio futuro, un disperato tentativo di non svanire, l’ostinazione di aggrapparsi al proprio egoistico concetto di sopravvivenza a costo di cristallizzare ogni mutamento considerandolo minaccia anziché un processo inevitabile. Nessun essere umano abbandonerà questo pianeta in condizioni più vivibili di quelle che lo ha accolto, paralizzato dalla paura della morte, che lo rende indifferente persino all’estinzione della propria stessa specie.
Mostre ed eventi Selezionati:
2024 - Mostra collettiva mutAZIONI X, Lanificio Conte_SHED, Schio (VI) Italia.
2024 - Mostra collettiva Human Rights? #Dignity, Fondazione Campana dei Caduti e Chiesetta del Redentore,
Rovereto (TN), Italia.
2017 - Progettazione del monumento a Wilhelm Dörpfeld, commissionato dall’Associazione Dörpfeld
e presentato presso l’auditorium Dimitrios Pantermalis, Museo dell’Acropoli, Atene, Grecia.
2015 - Partecipazione con un’opera su invito alla Fiera internazionale d’Arte Contemporanea Art Athina, Atene, Grecia.
2012 - Mostra personale Χωρίς Ισημερία, ArtZone42 Gallery, Atene, Grecia.
2012 - Mostra collettiva Athens matters, ArtZone42 Gallery, Atene, Grecia.
2012 - Mostra collettiva “Ricerche visive” Eikastikés Anazitiseis, Centro Culturale Galaxia Nea Smyrni, Atene, Grecia.
2010 - Mostra personale dell’opera scultorea Ephaestarium, Atene, Grecia.
2002 - 1° Forum Interbalcanico di Arte della miniatura contemporanea. Museo Statale d’Arte Contemporanea
Salonicco, Grecia. Premio speciale per la categoria pittura.
2001 - Realizzazione di un grande trompe–l’oeil per la cupola di un palazzo storico al centro di Salonicco, Grecia.
1998 - Rifacimento delle decorazioni pittoriche sulla facciata di un palazzo storico presso Campo San Vio,
Venezia; Italia.
1996 - Pittore di scena in collaborazione con lo scenografo Yorgos Patsas per la rappresentazione teatrale Eleni,
Festival Internazionale Estivo del Teatro Epidauro, Grecia.
1995 - Pittore di scena in collaborazione con la scenografa Lili Pezanou per la rappresentazione teatrale Belvedere,
allestita dal Teatro Tou Notu, Atene, Grecia.
1991 - 1993 - Mostra collettiva Cartolina d’artista, Galleria BAC Art Studio, Venezia, Italia.